Quello che a livello giudiziario sta accadendo a Milano e nelle Marche rappresenta un punto nodale nella politica attuale. Va inoltre a complicare un quadro nazionale ed internazionale preoccupante, dove i focolai di guerra fanno il paio con gli interessi dell’economia globale.
Ma i due fatti meritano gli appropriati distinguo.
Milano
Il caso del sindaco Sala riguarda una grande città, uno dei fulcri economici e culturali in Europa e nel mondo.
Gli avvisi di garanzia e le indagini aperte verso 74 persone (sindaco compreso) sono un vulnus irrimediabile nei riguardi di un sistema consolidato in questo ultimo decennio e che ha modificato l’urbanistica della Città della Moda e del Design.
Regione Marche
Altro discorso relativamente a Matteo Ricci, candidato presidente della Regione Marche per il fronte progressista alle elezioni del prossimo settembre.
Ricci, allora sindaco di Pesaro, risulta indagato assieme ad altre 23 persone per gli affidi diretti sotto soglia (quasi 600 mila euro) in favore di due associazioni no-profit affinché gestissero eventi, progetti culturali e lavori di manutenzione.
In questo secondo frangente la questione è estremamente complessa e rischia di creare agitazione anche nei piccoli e medi comuni di tutta Italia.
Gli affidi diretti sono previsti dai regolamenti delle Amministrazioni; addirittura l’ultimo Codice degli Appalti a targa Meloni (D.Lgs. 36/2023 e successive integrazioni e correttivi) ha allargato ulteriormente le maglie.
Esiste spesso però quella sensazione che ti fa percepire quanto alcune scelte siano dettate da smania privatistica piuttosto che da buon senso e buon governo.
E il centro-destra?
C’è un termometro che misura quanta palese agitazione regni da ogni parte: è il silenzio del fronte conservatore, sospetto e malandrino.
Quasi a far capire che le abitudini bipartisan sono dure a morire. Quindi meglio tacere.
Ma come diceva Albert Einstein: “Il silenzio non è vuoto, è pieno di idee”.