Panorama

2 novembre 2023

Caramelle da uno sconosciuto

Era una litania che i genitori, a noi piccoli boomers, ripetevano costantemente.
“Non accettate caramelle dagli sconosciuti!”
Con mia sorella ci guardavamo perplessi, per un attimo, e poi annuivamo da bravi bambini.

Col senno dell’adulto, oggi comprendo perfettamente il senso di quella raccomandazione.

Tanto più in un periodo (quei roboanti anni Settanta) in cui si affacciavano nella provincia italiana le droghe, leggere e pesanti, che hanno prodotto danni irreparabili anche ad amici cari, più deboli e sfortunati.

Col senno dell’oggi, mi suona spontaneo estendere il concetto come metafora.
Ce lo impone l’attualità.
Per esempio, se io sono il Presidente del Consiglio e ricevo una telefonata da uno sconosciuto, attendo prudentemente anziché sbilanciarmi in effusioni a distanza.
Anche se l’interlocutore si presenta come presidente di uno stato africano.

Anche se si presentasse come il figlio di Dio.

Sei sconosciuto e tale resti fino a quando non ti avrò conosciuto.
Semantica della lingua italiana.

Il nostro attuale Presidente del Consiglio invece si è lasciata abbindolare.

Quel genio dello scherzo si è burlato di lei, prima bypassando i filtri della sicurezza di Palazzo Chigi e infine anche sentendosi epitetare my friend ed essere messo al corrente delle future intenzioni del Governo Italiano.

Bene.
Probabilmente i genitori di Giorgia Meloni non hanno battuto bene il ferro quando era ancora caldo.
Ora che si è raffreddato, a bruciarci siamo noi, piccoli italiani che non accettiamo caramelle dagli sconosciuti ma prendiamo sonori ceffoni da un potere superficiale e maldestro.

Forse anche incapace.

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