Era l’estate del 1983
In quel tempo frequentavo il gruppo savonese di Comunione e Liberazione, c’era un giovane parroco coinvolgente e convincente, numerosi ragazze e ragazzi, ci incontravamo con lui il sabato pomeriggio, si parlava di Gesù e di ideali sani, di fratellanza, di amicizia, di divertimento. Ciascuno di noi aveva uno spazio per raccontare le proprie (poche) esperienze e le proprie (utopiche) convinzioni.
Ci sentivamo importanti.
Poi un giorno d’agosto di quell’anno ci dicono quanto sarebbe bello partecipare al Meeting di Rimini: viaggio in pullman, albergo due stelle, balli, canti, divertimenti, incontri con autori e politici di varia estrazione.
A diciotto anni credi fino in fondo ad ogni cosa. I miei genitori non erano molto propensi ma io, fresco di maturità e libero di affrontare le mie prime esperienze, partii con entusiasmo.
Il ricordo di quei quattro giorni mi è ritornato alla mente oggi, vedendo in tivù le immagini del Meeting di Rimini 2022, patinato, esaltato e reso epico dai giornalisti del piccolo schermo.
In confidenza…
…vi posso garantire che il Meeting non è come viene presentato.
Il contorno è fornito da migliaia di giovani trasportati sull’Adriatico che applaudirebbero anche uno stuzzicadenti conficcato in un’oliva, ebbri di vacanza ed esuberanti di ormoni tenuti sotto pressione dalla pandemia, felici per la presunta libertà e la lontananza dalle regole di casa e dai mugugni di famiglie che pretendono un minimo di rigore.
Il Meeting di Rimini non ha nulla a che fare con un evento religioso, non è neppure lontanamente spirituale.
E’ un incontro di poteri forti che si raccontano ai media secondo un copione preciso.
E’ un ipocrita gioco delle parti dove nessuno può dire fino in fondo quel che pensa perché potrebbe confliggere con gli interessi di altri.
E’ una recita messa in scena da registi occulti per un pubblico beota, non pagante ma asservito.
L’edizione 2020 aprì con l’intervento con Super Mario Draghi; in un passo di allora recitò così: dobbiamo accettare l’inevitabilità del cambiamento con realismo e, almeno finché non sarà trovato un rimedio, dobbiamo adattare i nostri comportamenti e le nostre politiche. Ma non dobbiamo rinnegare i nostri principii.
Adattare i nostri comportamenti e le nostre politiche, lo ha detto lui…
Esiste un motivo preciso per cui Giuseppe Conte e l’attuale Movimento Cinque Stelle non hanno ricevuto l’invito al Meeting 2022: non è possibile far recitare un interprete inaffidabile; come sai che rispetterà il copione? come puoi prevedere eventuali colpi di testa o parole fuori luogo? è possibile immaginare che – anche uscendo dal testo dettato – non farà provocazioni scomode che scoperchino vasi di Pandora?
Super Mario Draghi, sempre nel 2020, snocciolò le tre qualità indispensabili a coloro che sono in posizioni di potere: la conoscenza per cui le decisioni sono basate sui fatti, non soltanto sulle convinzioni; il coraggio che richiedono le decisioni specialmente quando non si conoscono con certezza tutte le loro conseguenze, poiché l’inazione ha essa stessa conseguenze e non esonera dalla responsabilità; l’umiltà di capire che il potere che hanno è stato affidato loro non per un uso arbitrario, ma per raggiungere gli obiettivi che il legislatore ha loro assegnato nell’ambito di un preciso mandato.
Conoscenza, coraggio e umiltà
Ritengo che oggi l’esempio di conoscenza, coraggio e umiltà siano incarnati dalla figura del Presidente Giuseppe Conte.
Ora serve competenza incita in questi giorni Roberto Traversi, deputato ligure uscente e capolista alla Camera per le Politiche del 25 settembre prossimo.
Mi schiero dunque apertamente dalla parte del M5S che certamente dovrà migliorare e crescere ma risponde alle esigenze dei cittadini.
E il 1983…?
Per concludere su quell’esperienza del 1983, tornati a Savona cambiò l’atteggiamento del giovane parroco e di molti degli anziani appartenenti al gruppo. Si parlava sempre meno di passi del Vangelo e si invitava sempre più al volantinaggio e alla propaganda a favore di principii che non sentivo miei. Mi allontanai dunque, senza far rumore.
Allora c’era ancora un partito riconoscibile, la Democrazia Cristiana, e una serie di partiti satelliti – formavano il cosiddetto pentapartito – che dominavano la scena politica.
Oggi scegliere è più complesso
Se però leggiamo e ascoltiamo con attenzione, guardando i fatti e non la narrazione di essi, non possiamo sbagliare.
E la fortuna di non essere invitati diventa una benedizione.
Foto da Il Fatto Quotidiano