7 maggio 2023
Prima o poi doveva capitare.
I giardini di Piazza delle Nazioni, zona di Savona situata in Oltreletimbro tra la Stazione Ferroviaria Mongrifone e via Collodi, in queste ore sono stati teatro di un gravissimo fatto di sangue.
Su questi giardini si affacciano le finestre di alcuni edifici scolastici e da anni quelle finestre presentano spettacoli indecorosi, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Spaccio di droga, atti di microcriminalità, prostituzione, violenza fisica e verbale.
I bambini e i ragazzi di queste scuole sono ormai avvezzi agli episodi suddetti, praticamente sono assuefatti e indifferenti: un attimo prima ascoltano la vita di Manzoni e risolvono un’equazione di secondo grado, un attimo dopo si voltano e vedono capannelli di delinquenti, barboni e irregolari bighellonare in attesa di un passante ignaro, orinare o defecare nei pressi di una siepe, passare bustine in cambio di denaro, palpeggiare signorine generose.
Ho insegnato in quelle scuole per un paio d’anni; i colleghi – anche loro assuefatti – mi dicevano che non si poteva fare nulla, che le segnalazioni fatte alle forze dell’ordine non avevano sortito alcun provvedimento. Il dirigente scolastico sembrava essersi arreso all’evidenza: aveva parlato più volte con l’Ufficio Scuola del Comune ma poi – presi tutti da altre scadenze e problematiche più urgenti – il risultato è stato un nulla di fatto.
“Se non possono nulla le autorità, come possiamo noi?”
La tristezza di un degrado crescente lascia, nella maggior parte dei cittadini, il senso di abbandono e di resa.
Con un’aggravante: si rischia l’eccesso di legittima difesa a fronte di un’impunità oggi assunta a regola.
Così passano le settimane, i mesi, gli anni e si assiste ad un affondamento della società savonese, si disgrega la fiducia e si profila il punto di non-ritorno.
L’omicidio di queste ore è la goccia che fa traboccare non tanto la pazienza dei singoli (ormai assopiti o obnubilati) quanto l’incompetenza delle autorità preposte al mantenimento delle più elementari regole della vita sociale e civile.
La goccia (di sangue) che ridefinisce la parola fiducia nei confronti delle istituzioni.